Green Book: che gran bel film!
Nell’epoca in cui il tema su omofobia, razzismo e odio ha raggiunto livelli di banalizzazione e speculazione ideologica mai visti su questa terra, arriva “Green Book” a rinsavire tutti, riportandoci con i piedi per terra, e aprendo una finestra (oltre che le menti), su quello che è davvero stato il fenomeno della discriminazione razziale negli USA degli anni ’60. Quando avere la pelle nera o essere omosessuali poteva essere un vero problema.
Il film ha colpito il nostro cuore ed il nostro umore, così forte da meritare un posto nella nostra rubrica “Extra”! E non tanto per la bravura degli attori protagonisti, Viggo Mortensen e Mahershala Ali, a dire il vero… straordinari. Bensì per la varietà di emozioni che questo film ci ha regalato. Non è assolutamente facile passare dallo sgomento alla risata, dalla rabbia alla gioia, dalla tristezza alla speranza in un ora e mezza. Ma Green Book ci riesce, rispedendo lo spettatore a casa con un cuore più grande.
La Storia
Siamo a New York, la città dove nel 1962 tutto è già possibile, ma l’italoamericano Tony Vallelonga dovrà trovare soluzioni alternative per pagare l’affitto e “campare” la sua famiglia, poiché il “Copacabana” chiude per due mesi, e per il buttafuori si mette male. Nonostante il suo spregio verso gli afroamericani, la necessità lo porterà ad accettare un lavoro offerto da Donald Shirley, un musicista di colore che dovrà affrontare un tour nel sud degli USA, e che ha bisogno di un autista.
Un film che consigliamo assolutamente, anche perché, ciliegina sulla torta, è tratto da una storia vera. E adesso “Bohemian Rhapsody” ha iniziato a tremare sul serio. Il Premio Oscar come miglior film non è mai stato così lontano. C’è Green Book!