Siracusa non è certo l’unica città italiana in cui la pioggia provochi, direttamente o indirettamente, disagi e danni a tutti i livelli: dall’agricoltura, alle scuole, al traffico urbano, all’energia elettrica, ecc.
Ma c’è un fenomeno tutto siracusano che ha qualcosa di originale e di sospetto, che si ripete sistematicamente quando piove. In alcuni quartieri della città inoltre, è diventato così frequente, che gli abitanti vi hanno fatto una triste abitudine.
Stiamo parlando del fenomeno dei tombini stradali, i quali ad ogni pioggia abbondante, saltano letteralmente in aria sotto la pressione dei flussi d’acqua incanalati nel sottosuolo. Questo evento è causa sistematica di incidenti d’auto, fino ad oggi forse non gravissimi dal punto di vista della salute, ma che rappresentano in tutta probabilità un onere molto dispendioso per le non tanto felici casse del comune aretuseo.
Il sospetto però è dietro l’angolo. Esempi a parte, sembra che a saltare in aria in tutta la città siano sempre i tombini dalla forma circolare (come appunto evidente dalle foto). Quelli in stile americano per capirci. Ora, a Siracusa di tombini ve ne sono migliaia, più che in altre città (questa è una strana storia che tratteremo separatamente), con strade letteralmente invase. A nostra memoria però, quelli appunto rotondi sono gli ultimi ad essere stati installati negli anni. Che qualcosa non abbia funzionato a dovere? Quando sono stati installati, è stato fatto un collaudo appropriato? O forse sono gli unici a tappare i canali di smaltimento delle acque a differenza di tutti gli altri che invece svolgono una diversa funzione? Insomma, un motivo deve esserci se questi saltano per aria ogni volta che cade acqua dal cielo.
Al di là di ciò, avendo colto l’occasione per scambiare due chiacchiere con alcuni residenti e commercianti
E allora da colpevoli ignoranti, ci chiediamo se (a parte i cittadini di buona volontà e spiccato altruismo), siano gli operai del comune a ripristinare di volta in volta i tombini, o se tale mansione sia svolta da ditte esterne appositamente incaricate per l’occasione? Sarà forse un’ azienda incaricata a monte in sede di appalto? E qualora quest’ultimo fosse il caso corretto, si tratta di costi ordinari già previsti e finanziati, o tutto è pagato come straordinario?
E ancora, il Comune ha adottato interventi risolutivi anziché limitarsi a quelli meramente riparatori? Non sarebbe ciò meno dispendioso e soprattutto non eviterebbe il rischio di gravi conseguenze per la salute dei cittadini, scongiurando a monte risarcimenti ancora più salati?