Quando la giornalista inviata di TRIS ha chiesto al Sindaco Italia delucidazioni in merito al controllo dei contratti di lavoro, in chiave anti sfruttamento dei migranti, ci è sembrato di assistere alla classica “supercazzola prematurata”.
L’inaugurazione in pompa magna e i punti di domanda..
Dell’inaugurazione del villaggio, ostello o campo (chiamatelo come volete), per migranti, quasi tutto è stato detto. Orde di articoli, video e post sui social hanno tenuto banco nel siracusano per due giorni, durante i quali i cittadini da una parte e dall’altra si sono scannati per bene. Dopodiché la patata bollente è rimasta ai cassibilesi. Come sempre.
Riepilogando, gli alloggi saranno destinati ai migranti regolari. Saranno inoltre organizzati e garantiti il trasporto degli stessi nei luoghi di lavoro, uno sportello sanitario e il pasto quotidiano per gli ospiti del villaggio.
Pertanto, rimangono ampi interrogativi. Primo tra tutti per quel che riguarda i controlli sulla legalità dei rapporti di lavoro cui andranno incontro i migranti.
Per esempio, ci piacerebbe sapere nel dettaglio in che termini, se e quali aziende agricole abbiano accettato di collaborare in quello che è stato presentato come “grande progetto di accoglienza, integrazione ed inclusione nel lavoro”. Insomma, non possiamo certo pensare che basti la creazione di un campo per sconfiggere il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento. O no? Perché a dirla tutta, dalle decine e decine di interviste rilasciate dagli innumerevoli soggetti politici ed istituzionali intervenuti, ci è sembrato che la creazione del campo sia più un primo passo. E che il resto sia ancora tutto da vedere.
La risposta del Sindaco
Non per essere negativi, ma noi abbiamo toccato ferro.